Ragazza davanti allo specchio (Picasso)

Donne, diritto e politica globale

a cura di Orsetta Giolo e Lucia Re

Redazione: Maria Giulia Bernardini, Brunella Casalini, Orsetta Giolo, Katia Poneti, Lucia Re

È la comune specificità dei molteplici sguardi di genere nei confronti dei fenomeni giuridici e politici globali a sollecitare un momento di riflessione e di approfondimento autonomi, all'interno del più ampio panorama di ricerca di filosofia del diritto internazionale e della politica globale. I gender studies riservano un interesse crescente a processi economici, sociali e politici contraddittori, in cui segnali opposti di marginalizzazione e di sviluppo della presenza femminile sulla scena pubblica convivono insieme, e in cui alle politiche che tendono a negare l'agire femminile, attraverso l'esclusione o la vittimizzazione paternalistica, le donne oppongono spesso tentativi di resistenza e di faticoso protagonismo individuale e collettivo.

Non si tratta, pertanto, di declinare al femminile alcune tematiche, ma di cogliere la "differenza" che si introduce in questi ambiti di analisi quando sono le donne a farsi interpreti dirette e consapevolmente originali dei fenomeni di cui sono effettive protagoniste o attrici mancate. In uno spazio di dialogo plurale che provi a raccogliere le ultime tendenze teoriche, strette tra universalismo e relativismo, modernizzazione e culturalismo, il focus si concentra in particolare sulle contraddizioni interne al rapporto fra diversità culturale e differenza sessuale. Sono l'autonomia del corpo e la libertà di scelta in materia sessuale e procreativa a testimoniare dell'impatto che le morali religiose e le etiche condivise possono avere sugli orientamenti individuali, sempre meno relegati alla dimensione privata e sempre più oggetto del discorso pubblico.

Al di là del facile schematismo che riduce il problema al conflitto insanabile fra i diritti delle donne, in quanto diritti umani, e le appartenenze comunitarie - religiose e laiche -, si tratta di dar conto di una fitta costellazione di problemi. Quelli isolati di seguito godono oggi del massimo di attenzione da parte tanto della ricerca accademica quanto delle reti di governance locale e globale. Uscire dall'alternativa secca fra la naturalizzazione dell'identità sessuale - se la parola sesso ha politicamente ancora un senso - e la naturalizzazione delle identità culturali impone di confrontarsi seriamente con ciascuno di questi problemi.




Le donne sono umane? Discussione online a partire dal volume di Catharine A. MacKinnon 


cmiAntonella Besussi e Alessandra Facchi, Introduzione all’edizione italiana di Le donne sono umane? (2012)

Brunella Casalini, Spunti per una lettura critica di Le donne sono umane? di Catharine Mackinnon (2013)

Lucia Re, La violenza e il diritto. Riflessioni a partire da Le donne sono umane? di Catharine A. MacKinnon (2013)


















Forum online a partire dal numero di "Daimon- Annuario di diritto comparato delle religioni" su I diritti delle donne e le religioni


Introduzione (di Nicola Fiorita e Orsetta Giolo)tratto dal blog di

La questione dei diritti delle donne è tornata al centro del dibattito pubblico su scala globale. Numerose problematiche, che sembravano oramai relegate ai margini della riflessione pubblica, hanno riconquistato l’attenzione della politica e dei movimenti delle donne: i grandi temi della sessualità, della maternità, della cura, della partecipazione alla sfera pubblica, del lavoro, dello sfruttamento dell’immagine e del corpo sono di nuovo oggetto di approfondite analisi, nelle più differenti  prospettive, sia in ambito accademico che in ambito politico e associativo.
Tuttavia, sembra resistere una sorta di muro che argina questo grande lavoro di riconfigurazione - teorica e pratica – della condizione delle donne nelle società contemporanee, e che rimane impermeabile alle rivendicazioni provenienti dalle società civili e dalla politica.
In alcuni casi questo muro poggia le proprie fondamenta anche su quelle tradizioni religiose che continuano a difendere una visione del mondo e delle donne che appare tuttora fortemente ancorata a logiche patriarcali, se non a veri e propri stereotipi sessisti. Nonostante esistano significative esperienze di senso inverso - talvolta diffuse tra le comunità dei fedeli o le associazioni ecclesiali, talvolta direttamente promosse dalle stesse gerarchie religiose (si pensi alla chiesa valdese o ad alcune chiese evangeliche) - i riti, le liturgie, i testi, la riflessione teologica, il monopolio maschile del governo confessionale, nelle loro numerose varianti storiche, geografiche e spirituali, testimoniano la sopravvivenza, nel XXI secolo, di ortodossie che faticano a riconoscere appieno i diritti delle donne e che impediscono alle donne stesse di partecipare a pieno titolo alla “gestione” della sfera religiosa. D’altro canto, il potere religioso, come è noto, agisce tuttora intensamente sulla vita politica e giuridica di interi Stati o regioni del pianeta al fine di influenzare le politiche legislative relative ai c.d. “temi sensibili” che investono direttamente la vita delle donne: la famiglia, la procreazione, l’aborto, la contraccezione, l’omosessualità, l’istruzione e così via.
Soprattutto nei paesi occidentali, la c.d. laicizzazione del diritto e dei diritti ha da tempo permesso di distinguere con una certa approssimazione ciò che è pubblico (il diritto, appunto) da ciò che rimane privato (la religione): tuttavia, ad oggi, non si è sufficientemente indagato quanto il privato (la fede religiosa) rimanga tale realmente e quanto invece non continui a influenzare indirettamente e implicitamente il pubblico (la produzione giuridica), tanto più in riferimento alla condizione delle donne che tradizionalmente si colloca nell'intersecazione della sfera pubblica con quella privata.
Vi sono, dunque, delle questioni ancora aperte all’interno delle religioni e all’interno delle comunità statali: è configurabile, in ogni parte del mondo, una società in cui le donne vedano rispettati i propri diritti, prescindendo da quanto le religioni talvolta affermano, o semplicemente relegando la “questione religiosa” all’autonomia della sfera privata? E’ ipotizzabile, al contrario, il rafforzamento di una riflessione femminista sul patrimonio dogmatico, simbolico e culturale delle differenti religioni al fine di svelare e rimuovere i meccanismi di dominazione maschile ivi presenti? Ancora, le culture religiose possono apportare un contributo all’affermazione dei diritti delle donne?
Daimon, l’Annuario di diritto comparato delle religioni edito da Il Mulino che ha recentemente compiuto dieci anni di vita, ha dedicato un intero fascicolo al tema della condizione della donna nel diritto islamico e nei diritti cristiani. I contributi pubblicati nel numero in questione tracciano una sorta di  mappa del problema e indicano le direttrici principali di un dibattito che è ancora tutto da sviluppare. Al fine di raccogliere gli stimoli contenuti nei saggi ospitati nella rivista, abbiamo sollecitato colleghi/e ed esperti/e a riprendere il filo della discussione e ad interrogarsi, insieme a noi, sull’interazione oggi esistente tra il diritto, la religione e la condizione delle donne.


Interventi

Bibliografia minima sulla teologia femminista cristiana

Bibliografia minima sul femminismo islamico


Documenti on line

Riferimenti utili



Femminismi a confronto

Interventi

Documenti

Bibliografia

  • Alcoff L., "Femminismo culturale e post-strutturalismo", in Memoria, 25, (1989)
  • Alexander M.J., Mohanty C.T., Feminist genealogies, colonial legacies, democratic futures, London, New York, Routledge, 1997
  • Bertilotti T. et al., Altri femminismi. Corpi, culture, lavoro, Roma, Manifestolibri, 2006
  • Donato M.C. (a cura di), "Femminismi e culture oltre l'Europa", in Genesis, 2, (2005)
  • Fabi M.G., La critica femminista afroamericana. Introduzione, in Critiche femministe e teorie letterarie, a cura di Baccolini R. et al., Bologna, CLUEB, 1997
  • Fraire M. (a cura di), Lessico politico delle donne: teorie del femminismo, Milano, FrancoAngeli, 2002
  • Jackson C., Pearson R., Feminist visions of development: gender, analysis and policy, London, New York, Routledge, 1998
  • Jayawardena K., Feminism and Nationalism in Third World, London, Zed, 1986
  • Irigaray L., Tra oriente e occidente, Roma, Manifestolibri, 1998
  • Mancina C., Oltre il femminismo. Le donne nella società pluralista, Bologna, Il Mulino, 2002
  • Narayan U., Dislocating Cultures: Identities, Traditions and Third World Feminism, New York, Routledge, 1997
  • Trat J., Lamoureux D., Pfefferkorn R., L'autonomie des femmes en question. Antiféminismes et résistances en Amérique et en Europe, Paris, L'Harmattan, 2006

Identità femminile e multiculturalismo

Interventi

Bibliografia

  • Baldi V., Appartenenze sconosciute. Politiche della traduzione culturale, Roma, Editori Riuniti, 2007
  • Benhabib S., La rivendicazione dell'identità culturale. Eguaglianza e diversità nell'era globale, Bologna, Il Mulino, 2005; trad. it di The Claims of Culture: Equality and Diversity in the Global Era, Princeton, Princeton University Press, 2002
  • Leghissa G., Zoletto D., "Gli equivoci del multiculturalismo", in Aut Aut, 312, (2002)
  • Ngũgĩ wa Thiong'o, Spostare il centro del mondo. La lotta per le libertà culturali, Roma, Meltemi, 2000
  • Okin S.M., Diritti delle donne e multiculturalismo, Milano, Cortina Editore, 2007; trad. it. di Is Multiculturalism Bad for Women?, Princeton, Princeton University Press, 1999
  • Piccone Stella S., Esperienze multiculturali. Origini e problemi, Roma, Carocci, 2003
  • Shachar A., Multicultural Jurisdictions. Cultural differences and Women's Rights, Cambridge, Cambridge University Press, 2001

I diritti delle donne come diritti umani

"Women's rights as human rights" è lo slogan con il quale attiviste e teoriche del diritto internazionale hanno denunciato l'insufficiente attenzione prestata alle questioni di genere nell'ambito del discorso mainstream sui diritti umani. Quando non ignorate del tutto dalla comunità internazionale, le violazioni della dignità umana e dei diritti delle donne sono considerate secondarie e relegate in fori di discussione marginali. Secondo alcune teoriche femministe, è impossibile accorgersi di certe violazioni dei diritti delle donne se non le si guarda in una prospettiva "gender specific". Lo stupro, la prostituzione forzata, le mutilazioni genitali o il traffico di donne e crimini di guerra come lo stupro di massa e la schiavitù sessuale sono legate allo specifico del sesso femminile. In altri - e numerosi - casi, d'altra parte, ci si trova di fronte a forme di interazione tra genere/sesso e altri fattori, di carattere economico, sociale e culturale.

In rapporto agli effetti negativi della globalizzazione economica, quando entrano in gioco sviluppo e situazione delle donne - particolarmente nei paesi del terzo mondo - la diffusione del linguaggio dei diritti umani sembra poter rappresentare un vantaggio, così come un indubbio contributo positivo sembra essere offerto in molti casi dalle NGOs sensibili alla questione femminile. Ma, più in generale, per poter intervenire efficacemente contro le violazioni dei diritti delle donne, il diritto internazionale deve, secondo l'approccio femminista, liberarsi della distinzione pubblico/privato. La separazione tra spazio domestico e spazio pubblico ha avuto, infatti, almeno due conseguenze negative: 1. una certa riluttanza da parte della comunità internazionale ad affrontare le questioni economico-sociali che limitano i diritti delle donne; 2. un'attenzione sulle violazioni dei diritti compiuti dagli Stati, e una quasi completa volontà di rimuovere la violenza subita dalle donne nella sfera familiare.

Oltre che per la sensibilità verso la dimensione del privato e del quotidiano, il contributo dei gender studies alle tematiche di politica e giustizia globale si caratterizza infine per aver posto al centro della riflessione i problemi dei diritti dei bambini e delle bambine, la questione ambientale e il problema delle generazioni future, vedendo in questi obiettivi una chance per portare i valori materni al di fuori della sfera domestica, della riproduzione e cura dei figli, dove sono stati a lungo (e dove talora sono ancora) relegati.

Interventi

Donne e scenari politici globali

Interventi

Bibliografia

  • Endrizzi, S., Pesci piccoli. Donne e cooperazione in Bangladesh, Torino, Bollati Boringhieri, 2002
  • Macioti M.I., Gioia V., Persano P., Migrazioni al femminile. Identità culturale e prospettiva di genere, Macerata, EUM, 2006

Donne e studi postcoloniali

Bibliografia

  • Chow R., Il sogno di Butterfly. Costellazioni postcoloniali, Roma, Meltemi, 2004
  • Demaria C., Teorie di genere. Femminismo, critica postcoloniale e semiotica, Milano, RCS Libri, 2003
  • Loomba A., Colonialismo/postcolonialismo, Roma, Meltemi, 2000; trad. it di Colonialism/postcolonialism, New York, Routledge, 1998
  • Macrì T., Postculture, Roma, Meltemi, 2002
  • Mbembe, A., Postcolonialismo, Roma, Meltemi, 2005
  • Minh-ha T.T., Woman, Native, Other. Writing Postcoloniality and feminism, Bloomington, Indiana University Press, 1999
  • Young R., Introduzione al postcolonialismo, Roma, Meltemi, 2005
  • Spivak G.C., Subaltern Studies. Modernità e (post)colonialismo, Verona, Ombre Corte, 2002
  • - Morte di una disciplina, Roma, Meltemi, 2003
  • - Critica della ragione postcoloniale, Roma, Meltemi, 2004; trad. it. di A Critique of Postcolonial Reason, London, Harvard University Press, 1999