2007

Le carceri del Maghreb (*)

Lucia Re

Il carcere è in quasi tutti i paesi del mondo un luogo poco conosciuto, sul quale non è facile ottenere notizie. Questo vale ancor più per i paesi non democratici, dove la detenzione è spesso usata come uno strumento di repressione delle opposizioni politiche. È il caso di molti paesi del Maghreb, dove i diritti fondamentali, anche quando sono ufficialmente riconosciuti dagli Stati, sono spesso violati nella prassi. In questo quadro, scarso rilievo è dato alla tutela dei diritti dei detenuti - spesso calpestati anche nei paesi che si proclamano liberal-democratici - e poche sono le informazioni sul funzionamento dei sistemi penitenziari e sulla popolazione reclusa. Per la Libia si hanno quasi esclusivamente notizie ufficiali (1), quasi niente si sa delle carceri della Mauritania, mentre gli ultimi dati ufficiali disponibili sulla Tunisia risalgono alla metà degli anni novanta del Novecento. Maggiore è l'informazione sia ufficiale, sia proveniente dalle Organizzazioni internazionali e non governative, per quanto riguarda le carceri di Algeria e Marocco, dove alcune importanti riforme sono state attuate a partire dagli anni duemila. Le condizioni di vita nelle carceri del Maghreb sono generalmente difficili, sia per le scarse risorse economiche impiegate nei servizi rivolti ai detenuti, sia per il sovraffollamento.

In Marocco i detenuti erano circa 51.000 alla fine del 2005 (2), con un tasso di detenzione di 161 detenuti ogni 100.000 abitanti (3). La popolazione carceraria è cresciuta dagli anni novanta del Novecento, soprattutto a causa dell'orientamento repressivo della legislazione penale e del ricorso frequente alla custodia cautelare in carcere: i detenuti non definitivi sono il 52,3% del totale (4). Le carceri marocchine sono 53 e sono concentrate nel centro e nel nord del paese. Il tasso di occupazione dello spazio carcerario, che segnala il sovraffollamento degli istituti di pena, è circa del 140% (5) e ogni detenuto ha a disposizione in media 1,51 metri quadrati (6).

In Algeria i detenuti erano 42.000 alla fine del 2005 (7), pari a 127 ogni 100.000 abitanti (8). Alla fine del 2004, il tasso di occupazione dello spazio carcerario era del 140% circa (9) e ogni detenuto disponeva di 1,89 metri quadrati (10). Fra gli anni novanta e gli anni duemila la popolazione carceraria è aumentata, ma a causa dell'aumento della popolazione nazionale la crescita del tasso di detenzione è stata contenuta. Così nel 1996 i detenuti erano 35.537 e il tasso di detenzione era pari a 125 detenuti ogni 100.000 abitanti, mentre oggi che i detenuti sono 42.000 il tasso di detenzione è di 127 detenuti ogni 100.000 abitanti (11).

La Tunisia è in testa alla classifica dell'incarcerazione nel Maghreb, con 26.000 detenuti e un tasso di detenzione superiore a 260 detenuti ogni 100.000 abitanti (12). Dalla metà degli anni novanta del Novecento - periodo a cui risale l'ultima stima ufficiale - i detenuti sono lievemente aumentati (sono 3.000 in più) ed è salito di dieci punti il tasso di detenzione (13). Sono soprattutto le severe leggi penali e antiterrorismo ad aver favorito l'aumento della popolazione carceraria. Come si è accennato, il governo tunisino è poco incline a fornire notizie e dati sulle carceri. Le organizzazioni non governative sono raramente ammesse a visitare i penitenziari (14) e le notizie ufficiali sul sistema carcerario sono molto scarse. Il Presidente Ben Ali ha istituito nel 2002 una Commissione d'inchiesta sulle condizioni carcerarie, i cui risultati non sono stati mai pubblicati. Nel febbraio del 2003, tuttavia, la stampa ha annunciato l'adozione di una serie di riforme suggerite da questa Commissione. Le riforme sono state finalizzate a ridurre il sovraffollamento, a migliorare le attrezzature e il livello di igiene nei penitenziari. La Commissione non ha fornito alcuna notizia sui prigionieri politici e sui prigionieri di coscienza (15).

In tutto il Maghreb la detenzione in carcere è ancora usata come un mezzo di controllo e di repressione dell'opposizione politica, specialmente di quella islamista. I diritti degli imputati e dei detenuti per reati politici sono sistematicamente violati. In Algeria e in Marocco sono state attuate alcune riforme volte a rimediare alle violazioni dei diritti degli oppositori politici e dei membri delle minoranze perseguitati dai regimi negli scorsi decenni. In Marocco, nel 1999, è stata adottata una legge di riforma dell'ordinamento penitenziario ispirata agli standard penitenziari internazionali. Alcuni organismi indipendenti sono stati ammessi a visitare le carceri e si sono avviati alcuni progetti in collaborazione con organizzazioni non governative dedite alla tutela dei diritti dei detenuti. Queste per lo più valutano con favore i processi di riforma in atto, e tuttavia, denunciano il persistere della tortura (16).

Anche in Algeria è iniziato nel 2001 un processo di riforma della giustizia e del sistema carcerario. Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha ripreso nel 1999 a visitare le carceri algerine e anche Amnesty International ha riconosciuto i progressi avvenuti. In questi paesi del Maghreb le condizioni dei detenuti comuni iniziano dunque a migliorare, anche grazie all'attenzione che l'Unione Europea e le organizzazioni internazionali hanno dedicato al problema. E tuttavia, la situazione dei detenuti politici è ancora molto grave, l'impunità per gli abusi commessi dalle forze di polizia resta generalizzata e frequente è il ricorso alla tortura (17).

Infine, se i governi hanno talora ceduto alle pressioni internazionali, hanno però mantenuto un atteggiamento di forte chiusura nei confronti delle associazioni locali: la stampa, le associazioni e i cittadini che osano criticare l'operato della polizia sono ovunque sottoposti a una forte censura.

Bibliografia

Per le denunce delle Organizzazioni non governative sulle conidizioni dei detenuti politici nei paesi del Maghreb si possono vedere:

  • Amnesty International, Tunisia. Prolonged Incommunicado Detention and Torture, Amnesty International, London 1992.
  • Amnesty International, Rapporto annuale 2004, EGA, Torino 2004 (Algeria e Tunisia).
  • Human Rights Watch, Tunisia. Long-Term Solitary Confinement of Political Prisoners, Human Rights Watch, New York 2004, vol. 16, 3 (E).
  • Human Rights Watch, Tunisia. Political Prisoners Held in Solitary Confinement for Years, Human Rights Watch, Paris, 7 July 2004.
  • Human Rights Watch, Tunisia. Crushing the person, crushing a movement. The solitary confinement of political prisoners, Human Rights Watch, New York 2005, vol. 17, 4 (E).
  • Penal Reform International, Moyen Orient et Maghreb

Per una panoramica sulle carceri nei paesi arabo-musulmani e in particolare in quelli del Maghreb, si possono vedere:

  • El Bouih F., Zrikem A., Saoudi N.-E., Sole nero. Anni di piombo in Marocco, a cura di E. Bartuli, Mesogea, Messina 2004.
  • Moroccan Consultative Committee for Human Rights, Report, 2004.
  • Observatoire marocain des prisons, Rapport de 2003-2004, édition IMARSI, Casablanca 2004.
  • Othmani A., Sortir de la prison. Un combat pour réformer les systèmes carcéraux dans le monde, La Découverte, Paris 2002.
  • Re L., La questione penitenziaria sulle sponde del Mediterraneo, in F. Cassano, D. Zolo, a cura di, L'alternativa mediterranea, Feltrinelli, Milano 2007, pp. 379-415.
  • Saoudi N.-E., sous la direction de, Femmes-Prison: parcours croisés, Marsam, Rabat 2005.
  • Saoudi N.-E., Voyage au-delà des nuits de plomb, Synergie civique, Rabat 2007.
  • Saoudi N.-E., Dietro le sbarre nel Maghreb: il caso del Marocco, in F. Cassano, D. Zolo, a cura di, L'alternativa mediterranea, Feltrinelli, Milano 2007, pp. 416-432.
  • Zaâf M., Le Maghreb des prisons, "Le jeune indépendant", 29 dicembre 2004.

Sitografia


Note

*. Per un approfondimento dei temi qui trattati si rimanda a L. Re, La questione penitenziaria sulle sponde del Mediterraneo, in F. Cassano, D. Zolo, a cura di, L'alternativa mediterranea, Feltrinelli, Milano 2007, pp. 379-415. Questo testo è in parte una rielaborazione del paragrafo Le carceri del Maghreb contenuto in quel saggio.

1. Per la Libia, cfr. International Centre for Prison Studies, Prison Brief for Libya.

2. Dati ufficiali dell'amministrazione penitenziaria marocchina, in International Centre for Prison Studies, Prison Brief for Morocco.

3. Ibid.

4. Ibid.

5. Il dato fornito dall'International Centre for Prison Studies è 139,9% ed è riferito all'anno 2004. Ibid.

6. M. Zaâf, Le Maghreb des prisons, "Le jeune indépendant", 29 décembre 2004.

7. International Centre for Prison Studies, Prison Brief for Algeria. I dati sono forniti da Algeria Watch.

8. Dati ONU. Ibid.

9. Ibid.

10. M. Zaâf, art. cit.

11. International Centre for Prison Studies, Prison Brief for Algeria, cit.

12. I dati sulla Tunisia sono forniti dalle Nazioni Unite e dalla Ligue tunisienne des droits de l'homme e sono molto incerti. Secondo queste stime, nel 2004 i detenuti erano 26.000, pari a 263 ogni 100.000 abitanti. International Centre for Prison Studies, Prison Brief for Tunisia.

13. Ibid.

14. La Ligue tunisienne des droits de l'homme in più di venti anni di esistenza è stata autorizzata solo due volte a entrare in un carcere tunisino, l'ultima nel 1991. Da allora nessuna organizzazione indipendente ha più avuto accesso alle carceri.

15. Amnesty International, Rapporto Annuale 2004, EGA, Torino 2004 (Tunisia).

16. Benché tutti i paesi del Maghreb abbiano ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, la sua pratica resta molto diffusa, anche al di fuori delle istituzioni penitenziarie. Il Marocco e la Mauritania hanno inoltre apposto dichiarazioni e riserve alla Convenzione.

17. Numerose denunce giungono alle istituzioni di monitoraggio del rispetto dei diritti umani, denunce che le autorità locali continuano a ignorare. Com'è stato riportato da Amnesty International, nel 2004 il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate o involontarie, il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie e il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura non hanno avuto accesso all'Algeria. Amnesty International, Rapporto annuale 2004. Algeria, cit.