2011

La tragedia della Libia

Jura Gentium

Le tragiche notizie che giungono dalla Libia suscitano preoccupazione e angoscia. Dopo che il regime di Gheddafi aveva risposto con feroce violenza e con il massacro di civili innocenti alle manifestazioni di migliaia di donne e di uomini che coraggiosamente chiedevano la sua destituzione, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha autorizzato l'uso della forza per l'imposizione di una no-fly zone sul territorio libico. Il vertice internazionale tenutosti a Parigi il 19 marzo ha deciso di condurre un attacco militare immediato per ottenere la resa di Gheddafi. I mezzi militari impiegati appaiono imponenti. L'impressione è di assistere a uno spettacolo già visto: la popolazione civile rischia oggi di trovarsi stretta in una morsa, tra le forze di Gheddafi, da una parte, e i bombardamenti, dall'altra.

In questi mesi i cittadini nordafricani stanno dimostrando al mondo intero di quale tenacia siano capaci e quanto i principi di libertà e di giustizia ispirino le rivendicazioni e le speranze delle società civili della sponda sud del Mediterraneo.

La comunità internazionale non può rimanere sorda di fronte agli appelli che giungono da queste popolazioni. La speranza è però che essa sia capace di esprimere un'azione diversa da un intervento militare destinato a fare migliaia di vittime civili. L'idea che la guerra possa essere una soluzione alla violazione dei diritti umani e un veicolo di libertà e di giustizia appare ancora una volta come il paravento retorico dietro al quale nascondere la realtà della violenza e della distruzione.