Acque internazionali a sud del Mediterraneo (*)

a cura di Cristiana Fioravanti (**)

La condivisione di risorse idriche è questione che, coinvolgendo le acque di superficie e quelle sotterranee che non ricadono nell'esclusiva sovranità di singoli Stati, implica la ricerca di una gestione coordinata che si mostra tanto più delicata laddove manchino - come è tuttora nella regione a sud del Mediterraneo - accordi di pace. Se è vero infatti che la comunanza di interessi per i corsi d'acqua e i sistemi idrici internazionali obbliga le Parti, già in base al diritto consuetudinario, a ricercare e a sviluppare il massimo di cooperazione attiva nella gestione delle acque in condivisione anche ai fini della loro protezione ambientale, per il Giordano, il Tigri e l'Eufrate, il Nilo e gli acquiferi sotterranei della regione, il perdurare di problemi di pacificazione incide fortemente sul rispetto dell'obbligo di cooperare, senza per questo renderlo meno stringente dal punto di vista giuridico.

E' in questa dimensione che si colloca, allora, l'azione delle organizzazioni internazionali per la realizzazione di progetti finalizzati alla migliore gestione delle acque che favoriscono il rafforzamento dell'obbligo di cooperazione delle Parti cointeressate per la ricerca di accordi che s'ispirino al principio dell'equa utilizzazione della risorsa. Del resto, è proprio nel solco dei principi consuetudinari del divieto di arrecare danni e dell'equa utilizzazione della risorsa condivisa che l'azione delle organizzazioni internazionali promuove la soluzione pacifica delle controversie fra Stati, concorrendo in modo significativo all'elaborazione di regimi di gestione delle risorse in cui trovino altresì spazio la protezione dei diritti umani, dell'ambiente naturale e del patrimonio culturale.

Così è l'esperienza che si va maturando per la gestione del Nilo nel contesto dell'Iniziativa per il Nilo che vede coinvolte le Nazioni Unite, l'Unione europea e la Banca Mondiale nello sforzo di un negoziato in vista dell'elaborazione di un accordo per la gestione e la protezione ecologica del bacino fra i tutti gli Stati coinvolti, superando regimi pattizi addirittura di origine coloniale volti a garantire all'Egitto una posizione privilegiata.

Ancora, se il permanere dell'occupazione in Iraq non facilita il dialogo tra le Parti cointeressate alle medesime acque condivise del Tigri e dell'Eufrate e la decisione della Turchia di sfruttare le acque dell'Eufrate senza alcun coinvolgimento degli Stati cointeressati non incoraggiano la ricerca di una soluzione negoziata, l'indisponibilità della Banca Mondiale a finanziare progetti non in linea con le sue linee guida, non va sottovalutata.

Non meno decisiva resta infine l'azione delle organizzazioni internazionali per la ricerca di un regime di gestione delle acque del bacino del Giordano che coinvolga Israele, Libano Giordania, Siria e, sullo sfondo, Gaza e la Cisgiordania. Rimane assai delicata - in mancanza di accordi di pace con la Siria, il Libano - sia la questione dell'utilizzazione delle acque di superficie e di quelle sotterranee che trovano origine alle sorgenti del Giordano e nelle alture del Golan, sia la questione dell'approvvigionamento idrico della Cisgiordania in ispecie. Tanto più nell'ottica dell'instaurazione della sovranità palestinese in Territori confinanti con Israele, la riallocazione delle risorse idriche presenti nelle falde, pur comportando una riduzione per la Repubblica israeliana, dovrà essere concordata in modo da tenere in debito conto dei bisogni idrici della popolazione palestinese: è quanto del resto impone nell'uso e sfruttamento di risorse idriche condivise il rispetto da parte di Israele del Patto sui diritti economici, sociali e culturali.

Bibliografia essenziale

  • M. ARCARI, Il regime giuridico delle utilizzazioni dei corsi d'acqua internazionali. Principi generali e norme sostanziali, Padova, 1998
  • M. CHATTERJI, S. ARLOSOROFF, G. GUHA (eds.), Conflict Management of Water Resources, London, 2002
  • S. DINAR, International water treaties: negotiation and cooperation along transboundary rivers, London, 2008
  • E. FEITELSON, Management of Shared Groundwater Resources: the Israeli-Palestinian case with an international perspective, Kluwer Academic, 2001
  • A. KIBAROGLU, Building a Regime for the Waters of the Euphrates-Tigris River Basin, London, The Hague-New York, 2002
  • M.A. SALMAN, Groundwater: legal and policy perspectives. Proceedings of a World Bank Seminar, World Bank, 1999
  • H. SHUVAL, Water Resources in the Middle East: Israel-Palestinian water issues. From conflict to cooperation, Berlin, 2007
  • D. ZOLO, Il diritto all'acqua come diritto sociale e come diritto collettivo.

Documentazione

  • Atlas of international freshwater agreements, UNEP, Nairobi, 2002
  • Groundwater in International law: compilation of treaties and other legal instruments, Fao Legislative Study, 86, Rome, 2005
  • World Bank, International Watercourses, Technical Paper, No.414, 1998
  • The World Bank Operational Manual, in World Bank

Links


*. Per un approfondimento v. Cristiana Fioravanti, Acque internazionali a sud del Mediterraneo, Padova, Cedam, 2005.

**. Cristiana Fioravanti è docente di diritto dell'Unione europea presso la Facoltà di Giurisprudenza di Ferrara.