2007

M. Massari, Islamofobia. La paura e l'islam, Laterza, Bari-Roma 2006, pp. XXI-149, ISBN 88-420-8142-6

In pochi anni l'islam è divenuto la seconda religione europea, e un sentimento di paura e ostilità nei confronti dei musulmani è la reazione sempre più comune alla loro presenza. Secondo la sociologa Monica Massari, la fobia nei confronti delle comunità islamiche che risiedono nei paesi dell'Unione sta crescendo, assumendo aspetti peculiari e preoccupanti. La tesi di fondo del suo ultimo lavoro, Islamofobia. La paura e l'Islam, è che una diffusa paura dei musulmani stia invadendo l'Europa, e che non si tratti di una semplice intolleranza religiosa, ma di una nuova e pericolosa forma di razzismo, paragonabile all'antisemitismo. Nell'immaginario popolare i musulmani vengono infatti percepiti come stranieri, nemici, "altri" per antonomasia. E Massari sostiene che alcuni settori della chiesa cattolica, certi partiti politici, coma le Lega nord, e una parte dei mezzi di comunicazione alimentano di proposito la percezione che i fedeli dell'islam costituiscano una minaccia per l'Italia. In risposta a questi atteggiamenti, tra i musulmani cresce la paura di poter esser oggetto di attacchi verbali e fisici a sfondo xenofobo. L'islamofobia diventa così un meccanismo di produzione della paura che coinvolge grandi settori della società.

Il libro, tuttavia, non tratta solo della paura dell'islam; esso rappresenta infatti un'utile e sintetica ricostruzione di quella che viene definita la "nuova presenza islamica" in Europa. Si tratta di una presenza che fa capolino nel vecchio continente a partire dalla seconda metà del secolo scorso. Infatti, nonostante ci sia stata un'importante comunità musulmana in Europa durante il Medioevo, è solo con la fine del secondo conflitto mondiale che i musulmani si stabiliscono nuovamente nel vecchio continente. Anche se in Italia una significativa presenza di musulmani si registra non prima degli anni '70. Diversamente da paesi come la Francia o la Gran Bretagna, che hanno un importante passato coloniale e hanno visto stanziarsi sul loro territorio comunità di musulmani alquanto omogenee per nazionalità, in Italia la presenza islamica si caratterizza per essere un "mosaico interetnico". Si tratta infatti di uomini e donne che provengono da vari paesi e che hanno modi molto diversi di interagire con religione, tradizione e cultura, in altre parole di vivere l'islam. Rispetto al contesto europeo, fatto di grandi comunità nazionali con ormai una lunga storia alle spalle (si pensi ad esempio ai musulmani algerini in Francia), il caso dell'islam italiano costituisce una singolarità che si è cominciata a studiare solo recentemente. Le prime inchieste sono degli anni '90, e sono opera di studiosi come Allievi, Dassetto e Guolo. Seguendo la traccia da loro indicata, il libro di Massari dimostra che i musulmani che vivono in Europa hanno dato vita ad un islam che ha profonde peculiarità europee: esso infatti non è legato alle società d'origine, ma rappresenta un'identità singolare all'interno della società europea, che è costituita a sua volta da un insieme di identità diverse. D'altronde i musulmani europei non sono più soltanto immigrati. Siamo ormai alla terza generazione di figli di immigrati che sono cresciuti in Europa. Si tratta di cittadini europei a tutti gli effetti. E poi ci sono i convertiti, una presenza importante e in crescita che mette in crisi le tesi razziste su cui si costruisce la percezione del musulmano come necessariamente diverso, straniero e quindi altro.

Monica Massari dedica diverse pagine del suo libro all'analisi dei processi che portano a vedere nell'altro un diverso, un rivale. Già in epoca medievale il saraceno era identificato come il nemico dell'Europa per antonomasia. E in anni più recenti, Edward Said metteva in evidenza che gli arabi venivano sistematicamente descritti come masse e non come individui. Un processo di costruzione dell'altro che alimentava l'immagine degli arabi come minaccia per l'Occidente. Con l'avvento della globalizzazione, questo processo di timore e di "allontanamento" dell'altro diventa sempre più diffuso e radicale. Scrive Massari: "crollando le barriere della lontananza a seguito dei processi di globalizzazione, nel nostro orizzonte appaiono sempre più stranieri ed estraneità. Da qui la sensazione diffusa di pericoli e minacce incombenti contro cui ci si mobilita sempre più frequentemente e la condizione di incertezza irresolubile con cui si confronta il mondo postmoderno. La paura, quindi, spinge all'intolleranza e al rifiuto dell'altro, e lo straniero, configurato e percepito in termini di minaccia, diventa il nemico" (pagina 17). Questo processo di rendere l'altro, e in particolare il musulmano, un nemico, si è sviluppato, si è rafforzato durante tutti gli anni '90, e si è radicalizzato dopo l'11 settembre 2001. L'attacco alle Torri Gemelle non rappresenta uno spartiacque tra un prima e un dopo, ma un momento in cui una serie di fenomeni già in atto (riposizionamento della religione nella sfera pubblica da un lato e paura dell'islam dall'altro) si radicalizzano e si rafforzano. Attacchi alle comunità musulmane in Europa si registrano infatti in maniera crescente già nel corso degli anni '90; è del 1997 l'inchiesta della Commission on British Muslims and Islamophobia a partire dalla quale si diffonde l'uso del termine islamofobia.

Attraverso la sua ricerca, Massari dimostra come anche in Italia stiano aumentando i casi di razzismo verso le comunità islamiche. Una serie di testimonianze raccolte tra musulmani e musulmane che vivono in alcune città del centro-nord racconta il sentimento di minaccia che pervade le vite di molte persone, soprattutto donne. Sono, infatti, loro le principali vittime della violenza verbale e fisica dei razzisti. Maggiormente visibili e riconoscibili rispetto agli uomini a causa del velo che indossano, le donne sono al centro dell'aggressività xenofoba. Attraverso le loro parole, così come quelle di diversi uomini, Massari offre una panoramica di quell'islam italiano, che ha spesso difficoltà a raccontarsi nelle sue paure e nelle sue speranze. L'Europa, è infatti, per molti musulmani, un luogo spesso ostile, ma anche uno spazio ricco di opportunità. Islamofobia è pertanto un testo utile non solo per comprendere l'emergere del razzismo verso individui e comunità islamiche, ma anche per riflettere su quella nuova componente dell'identità europea che è l'islam.

Renata Pepicelli