2008

A. Marchesi, Diritti umani e Nazioni Unite - Diritti, obblighi e garanzie, FrancoAngeli, Milano 2007, ISBN 978-88-464-8872-5

La promozione e la tutela dei diritti umani costituiscono, com'è noto, uno dei fini fondamentali delle Nazioni Unite, affermato negli articoli 1 e 55 della Carta di San Francisco, proclamato solennemente dall'Assemblea generale nella Dichiarazione universale del 1948 e successivamente perseguito dagli organi dell'ONU mediante una serie ininterrotta di atti e iniziative, dall'adozione dei Patti internazionali del 1966 sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali, fino alla recente riforma del 2006, istitutiva del Consiglio dei diritti umani, nuovo organo sussidiario dell'Assemblea generale. Il libro di Antonio Marchesi illustra appunto ed esamina criticamente, in modo sintetico ma completo, l'evoluzione e lo stato attuale della protezione dei diritti umani nell'ambito del sistema delle Nazioni Unite.

Il lavoro distingue opportunamente la dimensione del riconoscimento dei diritti umani da quella delle garanzie. Per quanto riguarda la prima dimensione, Marchesi procede ad una descrizione generale dei vari diritti via via riconosciuti negli strumenti internazionali adottati o promossi dalle Nazioni Unite, nonché degli obblighi imposti agli Stati relativamente al rispetto di tali diritti e alla prevenzione e alla repressione delle più gravi violazioni dei diritti stessi (i c.d. delicta iuris gentium). La dimensione del riconoscimento dei diritti è in effetti quella in cui si sono realizzati - nei sessant'anni di vita dell'ONU - i maggiori progressi nel sistema giuridico della comunità internazionale, se si considera da una parte la situazione di vuoto normativo esistente nella materia alla fine della Seconda guerra mondiale e, dall'altra, il gran numero di strumenti normativi sui diritti umani attualmente in vigore sul piano internazionale universale e regionale.

E' però all'aspetto delle garanzie predisposte per il rispetto dei diritti umani nel sistema ONU che è dedicata la parte più ampia e approfondita del volume. A questo riguardo, Marchesi muove innanzitutto dall'inquadrare l'esame degli strumenti onusiani di garanzia dei diritti umani nel più ampio e articolato contesto dei vari sistemi di garanzia che contribuiscono, a livelli differenti, a rafforzare il rispetto dei diritti riconosciuti negli accordi internazionali. Vengono così richiamate sia le garanzie predisposte e funzionanti sul piano degli ordinamenti interni degli Stati, sia le garanzie operanti de facto sul piano sociale interno e internazionale (in primo luogo quelle riconducibili all'attività delle ong impegnate nel campo dei diritti umani), sia infine le garanzie disponibili sul piano giuridico internazionale, quelle disciplinate cioè dalle norme non scritte del diritto internazionale generale e dai vari strumenti convenzionali rilevanti agli effetti della tutela dei diritti umani. In quest'ultimo contesto vanno collocati i meccanismi di garanzia vigenti nel sistema ONU, e in particolare i meccanismi di controllo politico e giuridico dei diritti umani, cui è dedicata la parte centrale del libro.

Del controllo politico si occupa il secondo capitolo dell'opera, in cui vengono esaminate prima le varie procedure predisposte nel corso dei decenni dalla Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite (procedura "pubblica", procedura "confidenziale", meccanismi "a tema") e poi le riforme che negli ultimi anni hanno tentato di migliorare l'efficacia dell'azione di controllo dell'ONU (istituzione dell'Alto commissario per i diritti umani, creazione del Consiglio dei diritti umani). Ai controlli di natura e rilevanza giuridica è dedicato il terzo capitolo, che illustra - fra gli altri - i meccanismi previsti per l'attuazione del Patto sui diritti civili e politici, ripresi successivamente in altri importanti strumenti convenzionali (sistema dei rapporti periodici statali; sistema delle comunicazioni statali; sistema delle comunicazioni individuali). Di ciascuno di questi metodi di controllo - politico o giuridico - Marchesi valuta in modo equilibrato pregi, difetti e limiti, non mancando di evidenziare il loro insoddisfacente impatto complessivo sul comportamento degli Stati, sull'attenzione di questi ai diritti umani e sulla situazione di rispetto effettivo dei diritti stessi all'interno degli Stati.

Gli ultimi capitoli del volume riguardano due questioni specifiche, di grande attualità ed interesse. La prima è quella della protezione dei diritti umani nell'ambito delle missioni di pace (peace-keeping e peace-building operations) poste in essere dalle Nazioni Unite a partire dalla fine della guerra fredda in contesti geopolitici di conflitto armato c.d. interno. Vengono esaminati alcuni casi di specie, in cui la protezione dei diritti umani ha avuto una rilevanza centrale nell'economia della missione ONU (ad es., l'ONUSAL in Salvador, l'UNTAC in Cambogia e l'UNMIK in Kosovo).

La seconda questione è quella della giustizia penale internazionale, e precisamente dei tribunali penali creati o promossi dalle Nazioni Unite per la repressione delle più gravi violazioni dei diritti umani: i crimini contro l'umanità e i crimini di guerra. Qui Marchesi ripercorre innanzitutto l'esperienza della controversa creazione, da parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU, dei tribunali penali ad hoc per la ex Iugoslavia e per il Ruanda, valutando altresì il ruolo complessivo di questi due tribunali dal punto di vista del contributo al rafforzamento delle garanzie internazionali dei diritti umani. Quindi - e in conclusione - viene considerata la nascita della Corte penale internazionale, con un esame delle sue caratteristiche essenziali: dal carattere complementare della giurisdizione, alla competenza ratione materiae, ai requisiti necessari per il sorgere della sua competenza nel caso concreto, al ruolo condizionante attribuito al Consiglio di sicurezza dallo Statuto della Corte.

Nell'ampia letteratura disponibile sui diritti umani, il lavoro di Marchesi si distingue positivamente, a nostro sommesso avviso, almeno per due ragioni. La prima riguarda la competenza e il rigore giuridico-internazionalistico con cui viene impostata e sviluppata l'analisi dei vari strumenti di protezione dei diritti umani predisposti dall'ONU. La seconda ragione è data dalla preoccupazione, sincera e "militante", per un effettivo progresso nella protezione dei diritti umani, preoccupazione che anima l'intera trattazione. Entrambe le caratteristiche derivano dal profilo personale dell'autore. Antonio Marchesi è infatti non solo apprezzato professore di diritto internazionale nell'Università di Teramo, ma anche da molti anni attivamente impegnato, con incarichi di responsabilità, in Amnesty International (della cui sezione italiana è stato presidente).

I due aspetti combinati - da una parte quello della sicura conoscenza dei profili giuridico-positivi della materia trattata (e, soprattutto, delle caratteristiche e dei limiti strutturali del diritto internazionale e del sistema ONU) e, dall'altra, quello dell'esperienza "sul campo", della consapevolezza delle concrete difficoltà politiche e culturali che è necessario affrontare e superare per conseguire, sul piano della cooperazione interstatale, qualsiasi (pur minimo) risultato positivo nella protezione e nella promozione dei diritti umani - contribuiscono a rendere apprezzabile l'intero lavoro di Marchesi. Esso risulta infatti essenziale e preciso nella presentazione della tematica e, al contempo, equilibrato e propositivamente critico sotto il profilo della valutazione dello stato dell'arte della protezione dei diritti umani nel sistema ONU, senza cedere né alla tentazione "accademica" dell'analisi giuridico-formale, né a quella "politica" della critica globale del sistema o della proposta di cambiamenti rivoluzionari irrealistici.

Per questi suoi pregi - e per l'agilità della trattazione - il volume si offre dunque come uno strumento molto utile a fini sia didattici universitari, sia di primo approfondimento per chiunque voglia accostarsi in modo appropriato alla materia della protezione dei diritti umani nel sistema giuridico e politico internazionale.

Giuseppe Palmisano