2005

G. Calvetti, T. Scovazzi (a cura di), Dal Tribunale per la ex-Iugoslavia alla Corte Penale Internazionale, Giuffrè Editore, Milano 2004, pp. 445, ISBN 88-14-11184-7

Il libro si compone di due sezioni principali, più una terza che raccoglie una ricca e utile raccolta di documenti e testi legislativi, dai capitoli chiave in tema di giurisdizione penale internazionale della Carta delle Nazioni Unite alle ultime risoluzione del Consiglio di sicurezza che hanno interessato i Tribunali per la ex-Iugoslavia e per il Ruanda, nonché gli Statuti dei tribunali di Norimberga e Tokyo, della ex-Iugoslavia, del Ruanda e della Corte Penale Internazionale (sezione a cura di M. Arcari e M. Fornari).

La prima sezione contiene sei contributi (Tribunali penali ad hoc, Corte Penale Internazionale e Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di Maurizio Arcari; Il Tribunale per la ex-Iugoslavia: bilanci e sfide a dieci anni dalla sua istituzione di Guido Acquaviva; I primi passi della Corte Penale Internazionale di Lucia Catani; Quale giudice per il crimine di aggressione? di Linda Pisciotta; Stati Uniti, Unione Europea e competenza della Corte Penale Internazionale di Matteo Fornari; La repressione internazionale dei crimini di guerra: alcune divagazioni sul tema della guerra dei vincitori di Tullio Scovazzi).

Si tratta di saggi per lo più incentrati sul tema del rapporto fra le passate esperienze di giurisdizione penale internazionale e, in particolare, quella a noi più vicina del Tribunale per la ex-Iugoslavia, e la nuova Corte Penale Internazionale istituita a Roma il 17 luglio del 1998 ed entrata ufficialmente in vigore il 1º luglio del 2002 a seguito della ratifica dello Statuto di Roma da parte del sessantesimo paese.

I saggi oggetto di questa prima sezione non risparmiano alcune critiche sia in riferimento ai limiti che già manifesta l'implementazione della neo-nata Corte, sia alle modalità istitutive ma anche al modus operandi del Tribunale per la ex-Iugoslavia, tanto da mettere in dubbio che con queste ultime esperienze di giurisdizione penale internazionale si sia effettivamente superato il così detto paradigma di Norimberga, la giustizia dei vincitori sui vinti (sul punto cfr. il saggio di Tullio Scovazzi).

Per la verità questo genere di critiche, peraltro condivisibili, non sono nuove nel panorama della dottrina internazionalistica, ma questo non necessariamente rappresenta un limite per il volume. Il testo è infatti destinato, per espressa ammissione dei curatori, a un pubblico più vasto di quello composto dalla ristretta cerchia dei giuristi. L'approccio dei saggi quindi non è esclusivamente tecnico-giuridico ma anche, se non soprattutto, storico-politico. Per il pubblico cui si rivolge il testo, e per l'approccio scelto, può rappresentare quindi una chiave di lettura originale nel panorama della dottrina italiana che si occupa della materia, dottrina peraltro non vastissima se paragonata a quella anglosassone.

Un aspetto particolarmente interessante del testo è costituito dalla seconda sezione che comprende, oltre al saggio Riflessioni sul futuro della Corte Criminale Internazionale di Giovanni Conso, tre conversazioni che Gianmaria Calvetti, curatore del volume con Tullio Scovazzi, ha tenuto con Antonio Cassese, Fausto Pocar, Carla Del Ponte.

Questi saggi-intervista, sicuramente originali a partire dalla forma inusuale prescelta, sono utilissimi per comprendere meglio alcune delle dinamiche che hanno interessato la genesi, il funzionamento, i condizionamenti politici del Tribunale per la ex-Iugoslavia, attraverso il punto di vista di tre figure chiavi che hanno contribuito allo sviluppo di questa istituzione.

Queste conversazioni, soprattutto quelle con Cassese e Pocar, rivelano anche, al di là delle argomentazioni teoriche particolarmente precise e autorevoli, aspetti umani ed esperienze personali, assai rari nei trattati tipici dei giuristi. In questo è particolarmente apprezzabile l'opera dell'intervistatore, l'aver cercato di far emergere i profili umani degli intervistati al di là del ruolo professionale e istituzionale ricoperto.

Questo volume si rivolge quindi anche a studenti e studiosi che non si occupano direttamente di diritto e giustizia penale internazionale, ma che sono interessati a tematiche più generali quali quelle della tutela dei diritti umani, attraverso un'analisi storico-politica più che tecnico-giuridica dell'esperienza del Tribunale per la ex-Iugoslavia e, in prospettiva, della Corte Penale Internazionale.

Enrico Tirati