2011

L.C. Bresser Pereira, Globalization and Competition. Why Some Emergent Countries Succeed while Others Fall Behind, Cambridge University Press, Cambridge 2010, ISBN 978-0-521-14453-7

Il libro di Luiz Carlos Bresser Pereira propone un'analisi delle cause sottostanti la diversità delle traiettorie di crescita economica seguite dai paesi in via di sviluppo nel contesto della globalizzazione economica. L'autore del libro, economista e scienziato politico brasiliano, ha ricoperto il ruolo di ministro durante il primo mandato del presidente Fernando Henrique Cardoso dal 1995 al 1999.

Il tema oggetto del libro è stato già ampiamente trattato in letteratura, in particolare con riferimento al contrasto fra il percorso di sviluppo seguito dalle così dette Tigri Asiatiche, e la prolungata stagnazione economica dei paesi dell'America Latina a partire dai primi anni Ottanta. Ciò che rende interessante la trattazione di Bresser Pereira non è tanto la scelta del tema, quanto del metodo con cui tale argomento è affrontato. L'autore, che adotta un approccio storico all'analisi economica, dall'impianto ipotetico-deduttivo attualmente dominante, si concentra sul ruolo ricoperto dalle istituzioni pubbliche nel processo di sviluppo.

La prospettiva dalla quale si guarda alle istituzioni statali è, però, ben diversa da quella adottata dal libro di Paul Collier (recentemente pubblicato in Italia da Laterza con il titolo di Guerre, armi e democrazia). Bresser Pereira non guarda alla caratteristiche strutturali delle istituzioni pubbliche, che giudica strettamente connesse al livello di reddito di un paese e difficilmente influenzabili dall'azione politica, ma alle politiche economiche che possono essere adottate per promuovere la crescita economica, dato il contesto istituzionale di un paese.

L'autore segue un approccio storico, che mira ad identificare le politiche economiche che hanno contribuito in modo determinante al rapido sviluppo economico delle Tigri Asiatiche, e che non sono state, invece, seguite in America Latina. Bresser Pereira si definisce Keynesiano, ed individua negli interventi dal lato della domanda le chiavi di volta del successo asiatico. I paesi emergenti soffrono per l'insufficienza della domanda interna, e le Tigri Asiatiche sono riuscite ad approfittare delle opportunità offerte dalla globalizzazione commerciale per espandere il mercato per i propri prodotti al di là dei ristretti confini nazionali.

Questo argomento è tutt'altro che nuovo, dato che è ben consolidata l'importanza - dopo un iniziale fase di import‑substitution industrialization - del passaggio ad una crescita trascinata dalle esportazioni. Bresser Pereira, però, mette in evidenza come tale svolta abbia avuto successo in quanto è stata accompagnata dalla capacità di contrastare una tendenza che l'autore definisce come naturale per i paesi emergenti, ovvero il progressivo apprezzamento del tasso di cambio. L'apprezzamento del tasso di cambio limita le opportunità di esportazione, e per questo comprime la domanda aggregata, indebolendo così le prospettive di crescita.

La tendenza all'apprezzamento del tasso di cambio viene ricondotta all'abbondante dotazione di risorse naturali che caratterizza molti paesi emergenti, e che li espone al fenomeno della così detta Malattia Olandese (l'espressione nasce dall'analisi degli effetti dell'esportazione di gas naturale da parte dei Paesi Bassi a partire dagli anni Sessanta). Le risorse generate dall'esportazione delle risorse naturali tendono a produrre effetti inflattivi, apprezzando il tasso di cambio reale. Oltre ai proventi derivanti dalle risorse naturali, un secondo fattore che spinge il tasso di cambio verso un livello che rende non competitiva la produzione industriale domestica è rappresentato da un'altra faccia della globalizzazione economica, i flussi di capitale fra paesi. La globalizzazione finanziaria genera una domanda per la valuta domestica derivante dagli investitori esteri, che la porta nel tempo ad apprezzarsi. Il progressivo apprezzamento porta ad un peggioramento del saldo della bilancia commerciale, ponendo il paese su un sentiero che trova la sua conclusione in un brusco arresto dei flussi finanziari in entrata e nella conseguente crisi della bilancia dei pagamenti.

La chiave del successo del Sud-Est Asiatico risiede, per Bresser Pereira, nella capacità di contrastare la tendenza strutturale all'apprezzamento del tasso di cambio, attraverso politiche di tassazione dei proventi derivanti dalle esportazioni di risorse naturali, e attraverso la scelta di cogliere le opportunità offerte dalla globalizzazione commerciale, ma non esponendosi ai rischi della globalizzazione finanziaria. La crescita delle Tigri Asiatiche è stata per lungo tempo sostenuta da risparmi domestici, e non da flussi finanziari instabili provenienti dall'estero.

In America Latina, al contrario, ci si è affidati all'idea che la globalizzazione finanziaria offrisse la possibilità di aumentare gli investimenti domestici, trascurando però gli effetti perversi che questa generava dal lato della domanda. L'apprezzamento del tasso di cambio non è stato contrastato efficacemente, dato che le élites politiche domestiche non avevano l'interesse nel perseguire politiche volte a mantenere il tasso di cambio ad un livello competitivo. Bresser Pereira sottolinea come una valuta forte produce un incremento dei redditi reali domestici, rendendo maggiormente economici i prodotti di produzione estera. L'autore definisce populismo del tasso di cambio la scelta di non contrastare l'apprezzamento della valuta domestica, per non alienarsi il supporto degli elettori che beneficiano del (temporaneo e illusorio) incremento dei propri redditi. Inoltre, il progressivo apprezzamento del cambio è benefico per gli investitori esteri, che vedono crescere il valore - nei termini della propria valuta - dei fondi investiti nel paese. E, sostiene Bresser Pereira, le élites politiche latinoamericane sono state a lungo allineate agli interessi degli investitori esteri, e incapaci di formulare ed applicare efficaci politiche di sviluppo.

Il passo successivo di Globalization and Competition è costituito dal tentativo di fondare, sul confronto delle esperienze storiche dell'America Latina e dell'Asia, i lineamenti di quello che l'autore chiama ambiziosamente nuovo sviluppismo. Equilibrio macroeconomico, bassi tassi di interesse - per incentivare gli investimenti - e tasso di cambio competitivo rappresentano le chiavi per una crescita economica sostenuta nel contesto globalizzato. E' indubbio che questi elementi abbiano, in effetti, giocato un ruolo importante nella crescita delle Tigri Asiatiche, almeno fino all'apertura ai flussi finanziari esteri che portò alla profonda crisi del 1997. Però, ciò che resta non convincente è la possibilità che questo nuovo sviluppismo possa rappresentare una valida strategia per i paesi dell'America Latina.

Le proposte di politica economica avanzate da Bresser Pereira possono essere applicate - con risultati analoghi a quelli ottenuti nel Sud-Est Asiatico - in un contesto spaziale e temporale diverso? Il primo aspetto pone la questione della possibile fallacia di composizione del nuovo sviluppismo: è davvero credibile che un ampio gruppo di paesi emergenti faccia affidamento oggi su una politica di crescita trainata dalla esportazioni? Gli Stati Uniti stanno attualmente spingendo verso il basso il valore del biglietto verde, che sta producendo effetti negativi sulle esportazioni dai paesi latinoamericani verso quello che rappresenta il principale mercato di destinazione dei loro prodotti. Non è possibile escludere che il perdurare della crisi economica faccia riaffiorare tendenze protezionistiche in alcuni paesi sviluppati, che hanno la capacità di influenzare il corso delle proprie valute. Una crescita che faccia affidamento sulle esportazioni per supplire alla domanda interna potrebbe essere esposta, nel contesto economico attuale, a dei rischi non trascurabili.

I paesi dell'America Latina sono ancora oggi caratterizzati da un livello estremamente elevato di disuguaglianza nella distribuzione dei redditi, che rappresenta un freno allo sviluppo della domanda interna. Interventi redistributivi potrebbero essere resi ancora maggiormente necessari dalla difficoltà di seguire le linee del nuovo sviluppismo tracciate da Bresser Pereira.

Simone Bertoli