Islam e disabilità
a cura di Maria Giulia Bernardini
Tradizionalmente ci si è accostati in termini medici alla disabilità, e difficilmente questa è stata oggetto di interesse dal punto di vista sociologico o giuridico. La percezione antica e comune dei disabili, infatti, è stata il più delle volte di rigetto e vergogna: una sorta di visione "retributiva" faceva sì che spesso il disabile venisse considerato come qualcuno che si trovava in una condizione di svantaggio a causa di colpe commesse da lui o dai suoi genitori. Da alcuni decenni si sta assistendo ad un'opera di sensibilizzazione che conduca dal cd. "modello medico" della disabilità ad uno "sociale" - nel quale si interpreta la disabilità come conseguenza di fattori sociali - la cui base concettuale è la distinzione tra "menomazione" (condizione fisica dell'individuo) e "disabilità" (imposta dalla collettività). L'attivismo dei disabili è sorto a metà del ventesimo secolo come risposta alle molteplici restrizioni economiche e sociali che le persone con disabilità subivano nella maggior parte delle società: per i teorici dei cd. Disability Studies, "disabilità" ed "handicap" sono forme di oppressione sociale o addirittura di discriminazione istituzionalizzata, che come tali vanno combattute.
Se in Occidente la letteratura sul tema è quasi esclusivamente di area anglosassone e scandinava, si può notare come anche nei Paesi a maggioranza musulmana il tema sia sentito e vi sia una fiorente bibliografia in merito, nella quale è possibile reperire testi che, trattando l'aspetto legislativo, religioso o storico, approfondiscono le cause che conducono all'intersezione tra le diverse categorie della discriminazione, con particolare riferimento alla condizione di donne e bambini.
A tal proposito va sottolineato che la Carta Araba dei diritti umani, Convenzione adottata il 15 settembre 1994 con Risoluzione n. 5437 dal Consiglio della Lega degli Stati Arabi (Lega Araba), come emendata in occasione del Summit della Lega Araba del 22-23 maggio 2004 ed entrata in vigore il 15 marzo 2008, tratta espressamente il tema della disabilità negli articoli seguenti:
- Art. 3, § 1: «Tutti gli Stati Parti della presente Carta si impegnano a garantire a tutti gli individui soggetti alla loro giurisdizione il godimento di tutti i diritti e libertà riconosciuti in questa Carta senza distinzioni fondate su razza, colore, sesso, lingua, credo religioso, opinione, pensiero, origine nazionale o sociale, ricchezza, nascita o disabilità fisica o mentale»;
- Art. 34, § 1: «Il diritto al lavoro è un naturale diritto di ogni cittadino. Lo Stato si impegna a mettere a disposizione, nella misura del possibile, posti di lavoro al maggior numero di persone che intendono lavorare, assicurando nel contempo la produzione, la libertà di ciascuno di scegliere il proprio lavoro e le pari opportunità senza alcuna discriminazione basata su razza, colore, sesso, religione, lingua, opinione politica, affiliazione sindacale, origine nazionale, origine sociale, disabilità o altre situazioni»;
- Art. 40: «1. Gli Stati Parti si impegnano ad assicurare alle persone con disabilità fisica o mentale una vita decorosa che garantisca la loro dignità, nonché a migliorare la loro autosufficienza e facilitare la loro attiva partecipazione alla vita sociale.
2. Gli Stati Parti prevedono servizi sociali gratuiti per tutte le persone con disabilità, forniranno il necessario sostegno materiale a tali persone nonché alle loro famiglie o alle famiglie che si prendono cura di loro, e faranno tutto quanto necessario per evitare la collocazione di tali persone in istituti. Gli Stati in ogni caso terranno conto del miglior interesse delle persone disabili.
3. Gli Stati Parti adottano tutte le misure necessarie per ridurre l'incidenza della disabilità con ogni mezzo possibile, compresi programmi sanitari di prevenzione, campagne di sensibilizzazione e di educazione.
4. Gli Stati Parti forniranno ogni tipo di servizi educativi adatti alle persone con disabilità, tenuto conto dell'importanza di integrare tali persone nel sistema educativo e dell'importanza della formazione professionale e dell'apprendistato, nonché della creazione di opportunità di lavoro adeguate nel settore pubblico come in quello privato.
5. Gli Stati Parti forniranno tutti gli adeguati servizi sanitari per le persone con disabilità, compresi i servizi di riabilitazione, in vista della loro integrazione nella vita sociale.
6. Gli Stati Parti metteranno le persone con disabilità in condizione di fare uso di tutti i servizi pubblici e privati».
Links
- CIRRIE
CIRRIE è l'acronimo di Center for International Rehabilitation Research Information and Exchange, University at Buffalo The State University of New York.
È possibile consultare una bibliografia parzialmente annotata - che comprende contributi storici, religiosi e culturali - suddivisa in quattro aree tematiche:
- Disability in the Middle East
- Disability and Social Responses in Some Southern African Nations
- Disability and Social Responses in Afghanistan and Pakistan
- Disability & Deafness in North East Africa
È inoltre presente una bibliografia che rimanda ad altri siti e che si divide in 9 aree tematiche:
- Disability and Deafness in East Asia: Social and Educational Responses, From Antiquity to Recent Times
- Disability and Deafness, in the context of Religion, Spirituality, Belief and Morality, in Middle Eastern, South Asian and East Asian Histories and Cultures
- Signs of Development in Deaf South & South-West Asia: histories, cultural identities, resistance to cultural imperialism
- Disability and Deafness, in the context of Religion, Spirituality, Belief and Morality, in Middle Eastern, South Asian and East Asian Histories and Cultures
- Sign, Gesture and Deafness in South Asian and South-West Asian Histories
- Signs of Development in Deaf South & South-West Asia
- Deaf People Living and Communicating in African Histories, c. 960s - 1960s
- Blind People Handling Their Own Fate
- Social Responses to Disability & Poverty in Economically Weaker Countries
- Independent Living Institute
Independent Living è un movimento svedese di persone disabili che opera perché siano riconosciuti e garantiti autodeterminazione, eguaglianza di opportunità e rispetto alle persone disabili.
Nella sezione "Library" è possibile reperire una bibliografia suddivisa per aree tematiche, mentre dalla sezione Study and Work Abroad si accede ad una tabella in cui sono indicate - suddivise per Stato di appartenenza - alcune Associazioni che si occupano di disabilità, nonché Organizzazioni interessate ad esperienze di volontariato ed Università per persone disabili. Tra le altre, sono presenti informazioni anche per Etiopia, Ghana, Kenya, Pakistan, Sud Africa, Sudan, Turchia.
- CAMD (Canadian Association of Muslims with Disabilities)
CAMD è un'associazione canadese di musulmani affetti da disabilità, che ha come scopo quello di creare un villaggio globale completamente accessibile alle persone con disabilità. Il manifesto dell'associazione recita così: «We believe that we as all human beings are unique and perfect as created. Our ability and disability experiences are a natural aspect of life. We have the right to make choices and take risks. We have the right to practice and experience our cultural and faith traditions. We have the right to be valued, respected and included in society and in our cultural and faith communities».
Tra le sezioni del sito, in particolare, si segnalano le sezioni Disability and Islam - nella quale sono trattati, ad esempio, argomenti quali la preghiera del musulmano disabile, le regole sull'aborto del feto disabile, i doveri delle persone cieche, e sono riportati links ad articoli sulla tematica della disabilità - Prominent Muslims with Disabilities (nella quale si racconta di Califfi e personaggi di spicco del mondo arabo che erano disabili), Projects, in cui si trovano reports sulla disabilità.
- Disability World
Web journal bimestrale sulla disabilità, con news da tutto il mondo. Vi si possono consultare alcuni articoli:
- Islamic voice
- International Journal of Middle East Studies
In questo sito si possono consultare alcuni articoli su Islam e disabilità.
- MIUSA
Sono elencate le Associazioni che si occupano di disabilità in: Afghanistan, Algeria, Barhein, Bangladesh, Brunei, Egitto, Indonesia, Iraq, Giordania, Kuwait, Libano, Malesia, Mali, Marocco, Oman, Pakistan, Arabia Saudita, Senegal, Siria, Tunisia, Turchia, Unione degli Emirati Arabi, West Bank/Gaza, Yemen. (Viene data inoltre una breve spiegazione dell'attività svolta).
- Islamic Relief
Islamic Relief opera in Egitto dal 2000 ed attualmente ha 4 progetti in corso, con una particolare attenzione ai bambini disabili. Islamic Relief ha realizzato un primo Centro d'Intervento e di Prevenzione al Cairo ed un secondo a Qana (Egitto settentrionale). I Centri impartiscono corsi di formazione inerenti allo sviluppo di bambini afflitti da disabilità motorie, mentali, comunicative ed inabilità multiple. Le attività sono inclusive di terapie basate sulla modifica di comportamento e dialettica, nonché sedute di fisioterapia e diagnosi mediche e psicologiche atte a dar loro uno sviluppo coerente con le loro diverse abilità.
Bibliografie
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- AA. VV., Worlds apart? Disability and foreign language learning, Yale University Press 2008.
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- Per un primo approccio sulla configurazione del senso umanitario nella religione islamica è possibile consultare, sul sito Islam-online, l'articolo Il concetto di umanitarismo nell'Islam, (Redazione a cura di M. Abuarqub e I. Phillips, Traduzione a cura di I. D. Silvestri-Islamic Relief Italia).
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