2005

S. Mezzadra, Diritto di fuga. Migrazioni, cittadinanza, globalizzazione, Ombre Corte, Verona 2001

La retorica universalistica della libertà di movimento ha goduto di buona salute almeno fino alla caduta del muro di Berlino, cioè al crollo dell'ultimo bastione della modernità socialista. Paradossalmente, però, a partire da quel momento, la stessa retorica è stata riposta in cantina a fronte della materializzazione, nelle nostre società, di fenomeni migratori sconosciuti nei decenni precedenti. Quelle che erano considerate astrattamente le 'vittime' dei sistemi e delle società non capitalistiche si sono materializzate con la loro soggettività concreta. Si sono presentati in carne ed ossa, rivendicando la propria libertà innanzitutto come libertà di movimento. L'Occidente ha dovuto quindi fare 'marcia indietro', affiancando ad una progressiva liberazione della circolazione delle merci e dei capitali, un riarmo dei confini che niente ha da invidiare a quell'odiato muro di Berlino. Le migrazioni sono diventate, quindi, l'oggetto di politiche di controllo e prevenzione che negli ultimi anni, anche nel nostro paese, hanno abbondantemente superato la soglia di una vera e propria guerra 'a bassa intensità' contro i migranti.

In questo volume Sandro Mezzadra prosegue la riflessione avviata da alcuni anni sulle migrazioni nell'epoca della globalizzazione, rovesciando il punto di vista dominante su questo fenomeno. Il migrante, cioè, non viene considerato come l'oggetto di una politica ma come il soggetto che, attraverso il proprio comportamento, rivendica diritti, in particolare la propria libertà di movimento. Se il punto di vista prevalente è quello di ridurre il fenomeno delle migrazioni alle sue cause oggettive (economiche, demografiche, geo-politiche), l'a. intende qui prendere in considerazione innanzitutto il punto di vista soggettivo. I migranti sono innanzitutto donne e uomini che rivendicano la più antica e originaria libertà, quella - appunto - di sottrarsi a stili e condizioni di vita, in una parola di muoversi liberamente. La motivazione soggettiva, cioè, lungi dall'essere un particolare secondario, viene valorizzata come uno degli elementi principali della scelta di migrare.

La ricerca di genere sulla soggettività femminile migrante ha contribuito ha chiarire l'enorme importanza della motivazione soggettiva nella scelta della migrazione. Questo percorso porta Mezzadra a riflettere anche sul problema della cittadinanza, dell'appartenenza e su come le soggettività migranti, con le loro domande ed i loro bisogni, ci impongono di ripensare questa categoria alla luce anche dei mutamenti strutturali del mercato del lavoro.

Lo sradicamento e l'ibridazione, insieme al sempre più consistente métissage delle nostre società è una manifestazione della "globalizzazione dal basso". Questi fenomeni, tuttavia, rischiano spesso di essere oggetto di vuote apologie 'estetizzanti', dimentiche del carico di sofferenze e di dolore che i fenomeni migratori significano per milioni di persone. Partendo da questa considerazione, l'a. intraprende un percorso di valorizzazione delle soggettività migranti nelle nostre società, del rifiuto e del conflitto che queste soggettività rappresentano nel momento in cui rivendicano - nei fatti - un universale "diritto di fuga". Questo offre anche degli spunti per meglio interpretare le nostre società e per la costruzione di un pensiero critico che aiuti e promuova la costruzione "dal basso" della globalizzazione.

In particolare nei termini delle condizioni di vita e di lavoro a cui sono costretti nelle società occidentali, i migranti divengono figure paradigmatiche dell'epoca globale e post-moderna. Il loro rapporto problematico con l'appartenenza ci ricorda alcune dinamiche sociali che hanno caratterizzato gli anni '60 e '70, suggerendo la nuova centralità di questo soggetto nelle dinamiche politiche e conflittuali della nostra epoca.

Attraverso un approccio interdisciplinare (dalla storia del pensiero politico - interessante l'analisi, nel primo capitolo, del giudizio del giovane Weber sui movimenti migratori dei contadini tedeschi nel XIX secolo - alla storia economica alla sociologia) Mezzadra propone un percorso di grandissimo interesse, attraverso uno dei temi centrali che investono le nostre società nella globalizzazione.

Filippo Del Lucchese