2005

L. Ferrari Bravo, Dal fordismo alla globalizzazione. Cristalli di tempo politico, Manifestolibri, Roma 2001, pp. 367, ISBN 88.7285-202-1

Sono raccolti in questo volume alcuni tra i più importanti scritti di Luciano Ferravi Bravo, che coprono un lunghissimo arco di tempo che va dai primi anni '70 fino agli ultimi anni. Gli scritti sono raccolti in tre sezioni. La prima è dedicata ad alcune riflessioni teoriche e politiche sul New Deal, sulla teoria dell'Imperialismo, sullo "Stato del lavoro" riflesso dalla Costituzione italiana e sulla sua crisi nel ciclo di lotte che si inaugura alla fine degli anni '60. La seconda è dedicata alla vicenda giudiziaria del "7 aprile" che coinvolge Ferrari-Bravo e per cui si conclude col proscioglimento dopo 5 anni di carcerazione preventiva. La terza parte raccoglie diversi scritti pubblicati dalla seconda metà degli anni '90 su riviste come Derive e approdi, Futur Antérieur, Posse, oltre che la voce "Federalismo" per il Lessico postfordista (a cura di U. Fadini e A. Zanini, Feltrinelli, Milano 2001) ed un testo inedito sul concetto di Globalizzazione. Particolarmente importanti, per gli argomenti legati alla globalizzazione ed alla politica mondiale sono proprio questi ultimi scritti.

Solo a titolo di esempio si può sottolineare il contenuto dell'articolo su "Americanismo e postfordismo" del 1997. Qui l'a. ritorna su un filone italiano di pensiero critico che, lungo l'arco degli anni Settanta, aveva anticipato ed intuito con forza l'interesse teorico del 'laboratorio americano'. Attraverso questo scritto si riesce a cogliere ad un tempo l'importanza di questa "tradizione" critica così come alcuni elementi di quel lavoro teorico che risultano oggi di enorme utilità nell'analisi della nuova centralità economica e politica che gli Stati Uniti rivestono in questi anni. La ricerca - a partire ad esempio da alcuni scritti di A. Negri, S. Bologna, P. Carpignano - si muoveva riconoscendo l'importanza: della progressiva centralità del dollaro come "denaro mondiale", con i temi connessi della natura delle imprese multinazionali, della formazione dei grandi mercati finanziari, delle rivalità commerciali con le aree del marco e dello yen; della forma stato contemporanea, a partire dal New Deal e dall'idea che quello americano costituisse "un modello inedito di società capitalistica" in grado di offrire ottimi spunti di riflessione, ad esempio, sui diversi tipi di welfare; l'importanza, infine, delle specificità e delle dinamiche dei conflitti, della costruzione della "nuova" classe operaia americana, dei nuovi movimenti di opposizione che, prima che altrove, fanno la loro comparsa proprio negli Stati Uniti.

Il punto di vista allora adottato - sostiene Ferrari Bravo - era sostanzialmente corretto, "se non altro per tenersi alla larga sia dall'ottuso antiamericanismo di buona parte della sinistra tradizionale, sia del vacuo filoamericanismo che vi si è fatto largo in seguito" (p. 321). Un punto di vista, tuttavia, che per continuare a dare i suoi frutti deve essere in parte ridefinito, insieme al quadro teorico che lo ospita. L'insieme del mutamento, per l'a., si può riassumere nel concetto di globalizzazione. Questa ha a che fare, in estrema sintesi, con la realizzazione dell'astrazione che lo stesso Marx suggeriva, di considerare tutto il mondo commerciale come un'unica nazione, per meglio cogliere "l'oggetto della ricerca". Il venir meno, cioè, "di una struttura dei differenziali di sviluppo coincidente con la gerarchia (e i confini) degli stati-nazione". A ciò si unisce la necessità di un controllo sempre più esplicito in 'forme imperiali' della "polarizzazione implicita nel movimento del sistema - che è poi banalmente, la prestazione di divaricare, in termini assoluti e/o relativi, ricchezza e povertà [...], posto che turbolenze di ogni genere sono destinate ad infittirsi" (p. 322). Gli Stati uniti, con il rafforzamento del loro privilegio di costituire il centro dell'Impero, tendono, in quest'ottica, a costituire un "laboratorio permanente di 'innovazione'".

Tra i meriti di questo volume c'è senz'altro l'illustrazione della storia di un percorso teorico e politico di grande spessore, che rivela tutta l'importanza di un certo filone del pensiero critico italiano. Questi scritti offrono inoltre la possibilità di vedere il percorso ed i risultati - sempre acuti e interessanti, dai primi scritti ai recentissimi interventi - della riflessione teorica e politica di Ferrari Bravo.

Filippo Del Lucchese