2009

M. Badran, Feminism Beyond East and West. New Gender Talk and Practice in Global Islam, Global Media Publications, New Delhi 2007, pp. 180, ISBN 81-88869-23-6

Per lungo tempo islam e femminismo sono stati considerati un ossimoro, concetti non riconducibili l'uno all'altro. Le grandi battaglie per l'affermazione dei diritti delle donne nel mondo arabo-islamico, infatti, sono state combattute per lo più al di fuori della sfera religiosa, in una dimensione secolare. Ma, a partire dall'inizio degli anni Novanta, molte donne e uomini hanno cominciato ad agire all'interno di un femminismo che trova la sua ragion dfessere proprio nell'islam. Margot Badran è stata tra le prime studiose a segnalarne la comparsa, parlando pertanto di femminismo islamico. In Feminism Beyond East and West. New Gender Talk and Practice in Global Islam, Badran raccoglie alcuni degli articoli che ha pubblicato nell'ultimo decennio sulla rivista egiziana «Al-Ahram weekly» e interventi tenuti nel corso di convegni internazionali sulle recenti evoluzioni del rapporto tra islam e femminismo. Attraverso una serie di dettagliati resoconti da Nigeria, Sudan, Egitto, Stati Uniti, Tajikistan, Bulgaria, India, Bosnia, Sudafrica, Badran fa il punto sullo stato dei movimenti femminili all'interno dell'umma islamica e in particolare sull'emergere del femminismo islamico. Dalla lettura del libro viene fuori un quadro dfinsieme che ritrae marcate specificità locali (come la lunga storia del femminismo egiziano, la sfida lanciata da Amina Wadud a New York per l'imamato femminile, il tentativo delle organizzazioni islamiste sudanesi di mobilitare le donne alla loro causa utilizzando i discorsi di genere), ma anche un'essenziale continuità nelle pratiche e nei discorsi di quelle donne che stanno proponendo una lettura dei testi sacri che garantisca diritti, dignità e libertà. Secondo la coraggiosa opera di rilettura del Corano in una prospettiva di genere, l'islam prescrive l'eguaglianza di tutti gli esseri umani ed è profondamente antipatriarcale. Inoltre, il riconoscimento della differenza biologica tra i due sessi non sminuisce l'idea della fondamentale eguaglianza di uomini e donne: nessun sesso è superiore all'altro; gli uomini e le donne sono stati creati con diverse caratteristiche per permettere la riproduzione della specie. Solo in particolari situazioni assumono differenti ruoli e funzioni, come ad esempio al momento della procreazione. Poiché solo le donne possono dare la vita e allattare, in queste circostanze il Corano prescrive all'uomo di supportare materialmente la donna. La responsabilità che ricade sul marito in questa particolare situazione non deve essere generalizzata rendendo gli uomini responsabili per le donne in ogni frangente, spiega Badran. Una tale visione del rapporto tra generi rifiuta l'idea della dipendenza della donna e afferma invece la necessità del mutuo supporto tra uomini e donne.

Tra coloro che stanno contribuendo alla reinterpretazione dei testi sacri in una prospettiva di genere, Badran ricorda le pakistane Asma Barlas e Riffat Hassan, l'afro-americana Amina Wadud, le iraniane Ziba Mir-Husseini e Qudsiyya Mirza, e la libanese Aziza al-Hibri. Sono allo stesso tempo studiose e attiviste che stanno provando a riformare le interpretazioni maggioritarie sul ruolo di uomini e donne nell'islam. Badran non dimentica di sottolineare che anche diversi uomini si battono contro visioni e atteggiamenti patriarcali. Tra questi ce ne sono di noti, come l'indiano Asghar Ali Engieneer, e di meno noti, come il bosniaco Samir Beglerovic, che racconta a Badran di essere un femminista islamico semplicemente perché 'vuole esprimere il punto di vista islamico' sulle questioni di genere.

Alla base di ogni tentativo di riforma delle interpretazioni correnti cfè l'ijtihad (la ricerca indipendente sulle fonti religiose), un concetto che ricorre frequentemente nel libro, data la sua importanza per i movimenti riformatori musulmani. Attraverso questo sforzo è possibile infatti mettere in discussione dall'interno e su basi religiose i discorsi che pretendono di relegare le donne in uno stato di inferiorità e fornire una solida base per la riforma delle leggi, come è recentemente accaduto in Marocco. La moudawana, il nuovo codice della famiglia marocchino che garantisce importanti diritti alla donna (come la limitazione della poligamia, la corresponsabilità del marito e della moglie nella gestione della famiglia, il diritto per le donne di intraprendere una causa di divorzio e di mantenere la custodia dei figli anche se si risposano) è il risultato di un processo di ijtihad dei testi religiosi. E l'ijtihad è alla base anche dell'incredibile crescita del cosiddetto 'movimento delle moschee' (vale a dire di quegli incontri tra sole donne volti a studiare e discutere i testi sacri), che si registra tanto in oriente che in occidente. Badran ne ha infatti trovato tracce dall'Arabia Saudita all'Africa sub-sahariana fino agli Stati Uniti, a riprova che l'attivismo delle donne in contesti islamici è presente nei diversi angoli dell'umma.

Per Badran il femminismo islamico trascende le categorie di oriente e occidente, superandole; come l'islam esso è presente a Est e a Ovest, a Nord e a Sud. È un fenomeno che non può essere circoscritto in alcuni paesi, ma è globale. In seguito alle migrazioni, alle conversioni, al riemergere della sfera religiosa in ex paesi comunisti come Bosnia, Tajikistan, Bulgaria, l'islam acquista sempre più spazio anche in occidente. Questo ritorno dell'islam nella sfera pubblica globale non è inteso dalla studiosa come un ritorno al passato, ma come un'espressione di dialogo con la modernità stessa, che potrebbe portare alla riforma delle frange più oscurantiste dell'islam, rappresentando, in ultima analisi, una nuova rinascita per il mondo islamico. Arrivati alla fine del libro ci si rende conto che l'analisi dei movimenti femminili va ben oltre la discussione sull'attivismo delle donne e diventa una lente di ingrandimento per analizzare i cambiamenti in atto nelle società musulmane contemporanee. Feminism beyond East and West è un testo che, parlando di movimenti femministi, testimonia delle grandi trasformazioni che attraversano l'umma islamica e di cui le donne sono un motore fondamentale.

Renata Pepicelli